All Roads lead to Edo 

Fotografie di Valentina Giacomini ispirate al Tōkaidō di Hiroshige Stampe di Hiroshige dalle collezioni del Civico Museo d'Arte Orientale

11 giugno > 9 ottobre 2022
Civico Museo d’Arte Orientale
da giovedì a domenica dalle 10 alle 17
ingresso gratuito

Venerdì 10 giugno 2022, alle ore 17.00, presso il Civico Museo d’Arte Orientale (via San Sebastiano 1, Trieste) avrà luogo l’inaugurazione della mostra All Roads lead to Edo.
Fotografie di Valentina Giacomini ispirate al Tōkaidō di Hiroshige. Stampe di Hiroshige dalle collezioni del Civico Museo d’Arte Orientale. che resterà aperta fino al 9 ottobre 2022 (dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 17, ingresso gratuito).

La mostra, realizzata dal Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste, con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano e dell’Aistugia-Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi, intende proporre al pubblico il progetto fotografico di Valentina Giacomini, nato dal forte impatto che ha avuto su di lei una delle più famose opere del pittore giapponese Utagawa Hiroshige (1797-1858) conosciuta come Le 53 stazioni di posta del Tōkaidō. Liberamente ispirata dai suoi dipinti, nelle tappe del Tōkaidō che ha avuto la possibilità di visitare fino ad oggi, seguendo il tragitto da Tōkyō a Kyōto, ha cercato di ridare idealmente vita, attraverso la sua visione fotografica, all’atmosfera evocata dalle stampe originali dell’epoca.
Al contempo, a cura del conservatore del Museo, Michela Messina, l’esposizione valorizza il prezioso nucleo di stampe xilografiche di Utagawa Hiroshige di proprietà del Civico Museo d’Arte Orientale, uno dei maestri maggiormente rappresentati nella ricca collezione di stampe della corrente giapponese dell’Ukiyoe (“immagini del mondo fluttuante”), maestro della veduta paesaggistica e autore delle Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō, a cui si è ispirata Valentina Giacomini per il suo progetto fotografico.

Le fotografie delle stazioni del Tōkaidō realizzate dalla Giacomini sono pertanto state poste in dialogo con le vedute presenti nelle collezioni museali, provenienti da tre diverse edizioni delle Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō (Hōeidō, 1833-1834 ca.; Kyōka, 1840-1842 ca.; Kichizō, 1850 ca.).

Le stampe di Hiroshige della collezione museale – tra cui alcune di recente donazione, mai esposte in precedenza – comprendono esemplari dell’intera produzione del maestro, a partire dalla serie più antica, Luoghi celebri della Capitale Orientale, risalente al 1831, la prima di diverse raccolte dedicate a Tōkyō, l’antica Edo, popolosa e vivace capitale shogunale. Vi sono poi stampe provenienti dalle seguenti Dodici vedute di Edo (1847-1852) e – cambiando soggetto – dalle Illustrazioni di luoghi celebri delle sessanta e oltre province del 1853 e dalle Trentasei vedute del Fuji, ispirate nel 1858 dall’omonima opera di Hokusai che ebbe uno straordinario successo negli anni 1830-1832, per concludere con le Cento vedute di luoghi celebri di Edo, capolavoro pubblicato tra il febbraio 1856 e l’ottobre 1858, poco dopo la morte dell’artista.

Valentina Giacomini è una fotografa nata a Roma. Ha iniziato ad occuparsi di fotografia dapprima in ambito naturalistico, continuando con il ritratto e il reportage. Orientalista, laureata in Lingue, Culture e Società dell’Asia Orientale presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, si reca periodicamente in Giappone, dove è nato e si sta sviluppando il progetto All Roads Lead to Edo.
“Valentina Giacomini, fotografa romana e studiosa appassionata della cultura giapponese, confronta alcuni luoghi della famosa via di Tōkaidō, che nei secoli scorsi costituiva la principale arteria di comunicazione tra Edo (oggi Tōkyō) e l’allora capitale Kyōto, vista attraverso gli occhi del grande pittore Utagawa Hiroshige (1797-1858), e la situazione odierna degli stessi luoghi.
L’impatto è davvero molto forte perché la poesia che ispira le incisioni è completamente persa nelle immagini odierne che ci restituiscono una dimensione alquanto banale e priva di qualsiasi attrattività.
Questa mostra va letta secondo una duplice serie di coordinate: la prima è la constatazione della prosaicità della modernità paragonata con la suggestione che evocano le immagini del passato.

Laddove ci sono ponti eleganti, insenature e scene marine costellate di pini e montagne scoscese ora si vedono solo anonimi ponti in ferro o scene cittadine trafficate e di nessun interesse artistico. L’altra coordinata da tenere presente è la capacità di resa artistica di paesaggi che forse anche allora erano banali. Sappiamo, infatti, che le stampe di Hiroshige non rappresentano in modo fedele le scene descritte, ma sono rielaborazioni artistiche di paesaggi che forse erano originariamente poco attraenti. Proprio in questo consiste l’abilità dell’artista, cioè nel dare un tocco poetico e suggestivo a ciò che è ordinario e banale.
La visione contrastiva secondo queste due coordinate ci permette da un lato di comprendere alcuni aspetti della modernità e del suo caotico sviluppo, e dall’altra ci pone di fronte alla meravigliosa creatività dell’arte giapponese delle stampe, soprattutto quando escono dalle mani del genio di Hiroshige”. (Aldo Tollini)

Direttore del Dipartimento Scuola, Educazione, Promozione Turistica, Cultura e Sport
Fabio Lorenzut

Direttore ad interim del Servizio Musei e Biblioteche (Parte Musei)
Francesca Locci

Responsabile di P.O. Musei Storici e Artistici
Stefano Bianchi

Conservatore del Civico Museo d’Arte Orientale
Michela Messina

mostra a cura di
Valentina Giacomini
Michela Messina

Allestimento a cura di
Marino Ierman

con la collaborazione di
Gabriella Gelovizza
Luca Moro 

Grafica e stampa
Teknik srl, Udine

Responsabile di P.O. Amministrazione Musei
Alessia Neri

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